Il mare regala
l’ambiente alieno di cui abbiamo bisogno per rinfrancarci dal dormiveglia
invernale. Il mare d’inverno, innamora. Il mare d’estate, seduce. Grazie alla
sua generosità, da padre amorevole, dona sapori irripetibili da coniugare con
infinite idee e realizzazioni. Il mare è passato, presente, futuro…e apnea.
Chi non ha trattenuto
il respiro almeno una volta nella vita? In condizioni normali tratteniamo
raramente il respiro, è insolito, ma nell’ambiente alieno del mare, diventa
quasi naturale. Così facciamo un bel respiro e poi giù fino a quando resistiamo
per poi tornare su ad espellere dal boccaglio l’acqua per il ricambio di
ossigeno.
Spesso lungo il
fondale roccioso si aprono delle vere e proprie oasi di sabbia e irresistibile
è il richiamo ad immergersi e spostare con tutto il corpo la sabbia, rasentando
il fondo, sentendo i granelli su tutto il corpo come fosse la profonda carezza
del mare.
Il polpo può essere
definito in tanti modi. Io lo definisco sicuro di sé e vanitoso. Sicuro di sé
perché è convinto di non essere visto, nel suo rapido mimetizzarsi e adattarsi
all’ambiente che lo circonda. Vanitoso perché è uno a cui piace il bello, lo si
capisce da come abbellisce l’entrata della cavità in cui si nasconde, che
riempie di pietruzze e gusci di conchiglie, resti dei suoi banchetti che per
pigrizia non sparecchia aiutando così i pescatori subacquei a stanarlo con maggiore
facilità.
Il senso dell’apnea è
racchiuso nella baia del silenzio, in un gioco di sguardi, di sottili carezze, di
baci salati, sulle orme del re, nobilmente seduto sul suo trono di sabbia, gusci
di conchiglie e alghe.
Ma passiamo alla
cottura e alla ricetta che vi propongo.
Sulla cottura del
polpo esistono vari miti e stereotipi sui quali non mi soffermo e su cui ognuno
può avere le sue idee. La mia esperienza sulla cottura del polpo mi ha portato
a seguire 3 precisi passi. Primo fondamentale step è quello di battere e
sfregare (arricciare) su una pietra (meglio uno scoglio) per molto tempo il
polpo appena pescato. Questo servirà a sfibrare le carni in modo che si
ammorbidiscano. Secondo passo, il polpo è meglio che venga congelato prima
della cottura, passaggio che serve a rendere ulteriormente morbida la sua
carne. Terzo step, se lo si vuole lessare, il polpo va immerso nella pentola nell’acqua
fredda.
Ultimo consiglio, ma
non è vincolante, dipende dai gusti. Del polpo, a parte gli occhi, il becco e
le interiora presenti nella testa, si mangia tutto. Sono assolutamente
contrario ad asportare la pelle e le ventose, a meno di trovarsi di fronte ad
un esemplare dai 5 kg in su, allora in quel caso è quasi consigliabile.
Ingredienti
1 polpo di 1 kg
4 patate medie
2 foglie di alloro
4 cucchiaini di curry
2 gambi di prezzemolo
3 chiodi di garofano
1 peperoncino
zenzero grattugiato
1 spicchio di aglio
olio evo
Immergete il polpo in
una pentola capiente in acqua fredda, con alloro, prezzemolo e chiodi di
garofano. Dopo circa 30 minuti dal bollore dell’acqua, aggiungete le patate con
la buccia, ben lavate. Aspettate altri 30 minuti e spengete i fornelli. Pelate
le patate e tagliatele a rondelle. Lasciate il polpo nella sua acqua di
cottura, In una padella tostate il curry, con olio e aglio. Il curry deve
essere di buona qualità. Aggiungete il peperoncino e lo zenzero grattugiato. Unite
le rondelle di patate e amalgamate delicatamente, facendo attenzione a non
disfare le patate. Togliete il polpo dall’acqua di cottura e tagliatelo a
pezzi. Aggiungetelo nella padella. Insaporite tutto per circa 5-7 minuti,
aggiungendo 3-4 cucchiai dell’acqua di cottura del polpo.
Portate in tavola e
buon appetito.
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