Come si dice dalle mie parti: “fore de capu” (fuori di testa) per indicare un qualcosa che piace,
qualcosa di bello. Per fare un esempio potrei dire: “Oggi è venerdì fore de capu”.
Perciò sfida fore de
capu la n. 51 dell’eMMeTiChallenge, grazie alla saggia Patty del blog
Andante con Gusto e al suo pollo al ripieno.
Tornando alla mia salentinità, “lu pollu cusutu an culu”,
come canta Checco Zalone nella parodia di Giuliano Sangiorgi dei Negramaro, è
un vero must nella cucina salentina, ma in quel caso non viene dissossato,
bensì pulito, eviscerato e riempito dal foro posto nel didietro dell’animale.
Ma sicuramente la parodia di Zalone è più chiara di quanto possa esserlo io.
Questa premessa per dire che nella preparazione del mio
galletto non c’è traccia delle tradizioni culinarie salentine (a parte la
frisella sbriciolata), ma grazie alla mie origini maneggiare e disossare il
busto del galletto non è stato un problema; per quanto riguarda invece la
cucitura… lì sì che ho avuto qualche problemino…
Ma non perdiamo tempo e immergiamoci nella ricetta che vi
propongo.
Ingredienti:
1 galletto
allevato a terra da circa 600g
per il ripieno
¼ di peperone
rosso
1 fetta di ananas
1 gambo di rosmarino
10 ml di
salsa di soia
½ frisella
½ cucchiaino
di peperoncino in polvere
1 pomodoro
ciliegino
Sale
Vino bianco
contorno
1 cipolla
rossa da 500g
1 bicchiere
di aceto di vino rosso di ottima qualità
2 cucchiai
di zucchero di canna
Olio evo
gravy
il fondo di
cottura del galletto
½ bicchiere
di salsa di soia
½ bicchiere
di vino bianco
2 cucchiaini
di amido di mais
In primis bisogna disossare il pollo e per questo vi rimando
al blog di Patty completo di immagini e minuzioso nella sua spiegazione. Qui di
seguito riporto solo uno stralcio:
- Prendete il
vostro busto di pollo eviscerato, pulito e fiammato per eliminare eventuali
residui di piume. Rinfreschiamo subito un po' di anatomia andando a lussare
entrambe le cosce. Con il busto del pollo dritto di fronte a voi, dovrete
infilare il pollice della mano sinistra (se non siete mancini) nella cavità
intestinale fino a toccare l'articolazione dell'anca. Con l'altra mano tirate
indietro la coscia rompendo l'articolazione. Il femore deve uscire dalla cavità
dell'anca. Fate la stessa cosa con l'altra coscia.
-
Dovete togliere la forcella dello sterno. E' una delle
operazioni più delicate: ruotate il pollo sempre in posizione supina, con il
petto verso di voi. Spingete indietro delicatamente la pelle della cavità del
collo. Toccate la polpa del petto intorno alla cavità e potrete percepire la
forcella. Incidetela con la punta del coltello.
-
Con il coltello raschiate la carne intorno alla
forcella in modo da farla apparire, quindi con delicatezza recidetela al
vertice con il trinciapollo, facendo attenzione a non bucare la pelle.
- La forcella
è libera anche se l'osso lungo è ancora all'interno e verrà eliminato
successivamente.
-
Adesso ruotate nuovamente il pollo e mettetelo con il
petto a contatto con il tagliere. Tenetelo schiacciato con una mano ed
incidete nel centro della spina dorsale scendendo dal collo alla coda. Qui
troverete resistenza all'inizio ma poi proseguendo sarà molto più agile. Aprite
quindi il pollo a libro. Via via che procedete nel lavoro, asciugatevi bene le
mani cercando di averle sempre prive di grasso che inevitabilmente potrebbe
rilasciare il volatile. Il coltello deve essere sempre ben fermo nella vostra
mano.
- Procedendo
dall'alto verso il basso e dalla colonna verso l'interno, fate scorrere la lama
del coltello appoggiandola alla cassa toracica ed incidendo in profondità,
cercando i raschiare bene la polpa dalle costole. Procedete con calma da una
parte e poi dall'altra.
-
A questo punto avrete quasi
terminato la parte più difficile. La gabbia toracica sarà quasi completamente
staccata dal petto. Resterà lo sterno che potrete sollevare e staccare dal
basso verso l'alto. Una volta inciso nella lunghezza, si staccherà
completamente il resto dell'ossatura. Toccate il bordo del petto all'altezza
del collo ed eliminate la parte lunga della forcella sempre incidendo con la
punta del coltello. Tenete la carcassa da parte.
-
Adesso grattate via la polpa dalle ossa delle anche e
staccate l'osso dalla giuntura della coscia con il trinciapollo. L'osso lungo
della coscia sarà invece lasciato al suo posto per mantenere una bella forma
finale.
- Tagliate con
il trinciapollo le ali all'altezza dell'articolazione. Quindi rimuovete il
resto dell'ala in corrispondenza delle giunture. Spingete con il dito la pelle
dell'ala all'interno della cavità che si sarà formata dopo l'eliminazione
dell'osso.
- Il
vostro pollo è disossato.
A questo punto pulite il peperone e tagliatelo in sottili
listarelle. Fate a cubetti la fetta di ananas. Tritate il rosmarino. Sminuzzate
finemente la frisella. Tagliate in piccoli cubetti il pomodorino. A questo
punto inserite tutto nel galletto, spolverate con il peperoncino, salate e
irrorate con la salsa di soia.
Ora cucite il galletto e avvolgetelo come indicato da Patty,
lasciandolo in frigo per alcune ore.
Preparate il contorno con una cipolla rossa, irrorata con un
bicchiere di aceto di vino rosso, zucchero di canna e un filo di olio,
chiudendo il tutto ermeticamente in un foglio di alluminio. Farete cuocere la
cipolla in forno per circa 3 ore a 120° C.
Il galletto va infornato in forno preriscaldato a 180° C, su
una teglia frizionata con olio evo per 15 minuti. Dopodiché aprite il forno e
irrorate con il vino bianco e proseguite la cottura per altri 30 minuti circa,
inumidendo la parte esterna del galletto ogni 10 minuti con il liquido di
cottura.
Una volta cotto il galletto, toglietelo dalla teglia e
tenetelo in caldo. Eliminate il grasso che avrà rilasciato, scaldate nella
stessa teglia il fondo di cottura, versate la salsa di soia e il vino, fate
evaporare, fate bollire per un minuto e poi aggiungete l’amido di mais fatto
prima sciogliere in una tazzina d’acqua. Fate addensare e servite il gravy
insieme al galletto tagliato a fette e alla cipolla.
Con questa ricetta partecipo alla sfida n. 51 dell'eMMeTiChallenge "Il pollo ripieno" di Patty del blog Andante con gusto.

p.s. Ognuno di noi ha i suoi sogni, belli, impossibili, inarrivabili. Spesso restano solo sogni. Uno dei miei era vincere lo Strega. Ma ora non ha più senso. Ciao Maria Grazia rip