sabato 7 giugno 2014

Pezzonia, canestrelli e cozze




Ogni giorno ci riserva gioie, dolori, emozioni che possiamo tenerci dentro o provare a dividere con qualcuno. In questo periodo sono particolarmente contento. Ho fatto pienamente il mio dovere e portato a termine, responsabilmente, un lungo e faticoso lavoro che mi ha ripagato con eccellenti risultati. Così dopo questo intenso periodo la prima cosa che ho pensato di fare è stata quella di cucinare. Ma ho voluto riprendere anche un altro motivo per cui questo blog esiste e vive ed è il motivo principale per cui è stato aperto e che poi ha trovato sfogo nella mia passione per la cucina. Quindi oggi voglio tornare alle origini e rilanciare il vero senso di resi.sten.za.po.e.ti.ca e contestare, nel mio piccolo, una situazione che sicuramente dalla prossima settimana ci verrà sbattuta in faccia. Non si può nascondere tutto per sempre!!! 

Voglio puntare il dito contro quel mondo del pallone che da giovedì prossimo 12 giugno vedrà nei mondiali in Brasile la sua più alta vetta. Ma non voglio parlare di calcio, di tifo, di stadi, ma della stupidità con cui i titolari delle decisioni, coloro che muovono le redini del potere, agiscono convinti che tutto prima o poi finisca, anche la resistenza di coloro che con la forza vengono mandati via dalle loro case. Saranno anche baraccopoli, favelas, chiamatele come volete, ma sono pur sempre le case di povere persone che sarebbero rimaste tranquillamente lì a continuare la loro difficile esistenza e che invece, sfortuna per loro, il gioco dei poteri ha voluto che in Brasile si dovessero svolgere i mondiali di calcio, in una nazione dove la povertà è in ogni angolo, senza porsi una semplice domanda: cosa ci lascerà in eredità la Coppa del Mondo 2014? A questo interrogativo ha risposto benissimo radioondadurto in questo articolo e di cui riporto uno stralcio:

Cosa ci lascerà in eredità la Coppa del Mondo 2014?

- 8 morti nella costruzione degli stadi della coppa ed altri 3 negli stadi che seguono gli stessi standard;

- 250 mila espulsi con la forza dalle loro case;

- Venditori ambulanti e artisti indipendenti impediti di lavorare;

- Donne, bambini e adolescenti sfruttati sessualmente;

- Senza tetto e senza fissa dimora soggetti a violenze;

- Imprese private e multinazionali che gestiscono spazi pubblici e strade;

- Accesso elitario agli stadi di calcio;

- Miliardi di euro investiti in armamenti ed equipaggiamenti della polizia, per essere utilizzati contro il popolo;

- Leggi di emergenza utilizzate per criminalizzare le proteste;

- E un debito enorme e discutibile che dovrà essere pagato dai cittadini.

La grande stampa nazionale e mondiale tace. Tutto prima o poi finisce, ma questa non può essere una scusa. Se vogliamo davvero iniziare a pensare al futuro dobbiamo tenere conto del fatto che, per lasciare intatte le possibilità che il futuro può riservare ad altri, ognuno deve assolvere al meglio alle proprie responsabilità. Keynes diceva “nel lungo periodo siamo tutti morti”, ma il tempo del lungo periodo per Keynes non è un tempo lontano, bensì il presente, è un qualcosa che arriva di continuo, ogni volta in cui, ognuno di noi, deve far fronte al proprio dovere. Questa è la prima cosa che ciascuno di noi deve sapere, se vuole vivere responsabilmente.

Bene ora che mi sono sfogato un pochino passiamo alla ricetta. Il principe del piatto che vi propongo è una bellissima pezzonia o pezzogna del mar tirreno,


arricchita da cozze nere e canestrelli.

Ingredienti per 2 persone:

1 pezzonia da 600 g

10 cozze

10 canestrelli

20 g di sedano

20 g di carota

1 scalogno

5 rametti di timo fresco

1 pomodoro secco

1 peperoncino

olio evo

sale grosso

Eviscerate e pulite il pesce oppure fatevelo pulire dal pescivendolo. Adagiatelo sulla carta da forno in una teglia. Massaggiate il pesce con del sale grosso. Tagliate sedano, carota, scalogno, pomodoro secco e peperoncino in piccoli cubetti e aggiungeteli nella teglia con i rametti di timo fresco e irrorate con olio. Mescolate tutti gli ingredienti intorno al pesce in maniera che si distribuiscano anche sotto il pesce. 


Mettete in frigo e lasciate che gli ingredienti prendano confidenza gli uni con gli altri per un paio di ore. Dopodiché aggiungete le cozze e i canestrelli puliti e sciacquati e chiudete il cartoccio. 


Infornate a 200° C per 20 minuti.

Due note: quando infornate il forno deve essere caldo a 200 °C. Per quanto riguarda i canestrelli, alcuni ritengono che vada tolta la parte nera indicata dalla freccia blu nella foto, 


perché ha un sapore leggermente più deciso. Io consiglio di lasciarla.

Sfornate e servite caldo. 


Il pesce sarà veramente gustoso e i cubetti di sedano e carota saranno piacevolmente croccanti, con un giusto tocco di piccante. 


Non parliamo poi degli odori che si sprigionano aprendo il saccoccio, noterete subito l’odore di mare sfumato al timo.





5 commenti:

  1. Io sono sempre molto perplesso quando si devono fare grandi opere: dietro c'è sempre, purtroppo, ingiustizia sociale, malaffare, ruberie. Vedi il Mose di Venezia, l'Expo di Milano 2015, ecc. Il Brasile non è da meno: fra una settimana cominciano i mondiali e ancora i lavori non sono finiti...!
    Riconsoliamoci con quest'ottimo piatto di pesce!
    Ma i canestrelli sono sinonimi delle capesante o sono tutt'altra cosa?

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ciao Andrea! Già purtroppo queste grandi opere porteranno anche ricchezza, ma anche tante ineguaglianze. Non sono contrario a questi grandi eventi, anzi il mondiale è per me un appuntamento atteso e che vivo con piacere, ma quello che mi lascia molto perplesso è la violenza con cui questa gente viene scacciata dalla propria "abitazione" che seppur è una decadente catapecchia è pur sempre la loro casa da diverso tempo e ora perchè ci sono i mondiali sono costretti ad abbandonarla. Per l'Expo o il Mose nessuno è stato mandato via dalla propria casa, mentre in Brasile è oramai un evento quotidiano. Comunque come in casi del genere purtroppo tutto è molto complicato e di difficile inquadratura.

      Venendo alla ricetta, canestrelli non è sinonimo di capesante. I canestrelli sono più piccoli e sono noti anche con il nome di "pettini", può essere mangiato anche crudo perchè è sempre venduto freschissimo, i miei erano praticamente vivi e sono sicuramente diffusi in Veneto e a Trieste si trovano tranquillamente in pescheria, ma in altre regioni non saprei.

      Elimina
  2. che meraviglia questa tua ricetta...mi viene l'acquolina in bocca
    non conosco i canestrelli ma mi ispirano assai!!!
    sono d'accordo su tutto cio' che hai detto ma quello che io mi domando e'
    perche' tutto questo non avra' mai una soluzione???

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ciao Ilaria! Anche io prima di trasferirmi a Trieste ignoravo l'esistenza dei canestrelli, poi una volta conosciuti non posso farne più a meno :-)
      Sono contento che condividi il mio punto di vista e la tua domanda ha sicuramente tante risposte, ma la vera risposta penso che non potremo mai capirla.

      Un caro abbraccio

      Elimina
  3. So che la pezzonia è chiamata anche occhione ma non credo siano quelle che a Trieste chiamano ...occiade...buono questo piatto bravissimo. Ciaooo

    RispondiElimina