Esasperazione, durissimi scontri, morte. Tutto questo ci
giunge dalla culla della civiltà, dei grandi filosofi del passato, della
democrazia, dell’attività sportiva, della bellezza.
Nella Grecia dell’estate è calato un freddo inverno giunto
dal nord dell’Europa.
Come sostenevo nel primo post del 17 ottobre, non vorrei che
la nostra generazione passi alla storia come quella capace, in poco tempo, di
distruggere ciò che le generazioni passate hanno costruito per secoli.
L’emblema, a mio avviso, di questo rischio è proprio la
Grecia.
La Grecia culla dell’Europa, si ritrova dalla stessa Europa
additata come un cancro che rischia di diffondersi oltre Adriatico e Balcani.
Così, ecco relegare alla Grecia il peso di tutti gli errori e gli sprechi perpetrati
per decenni e dove tutti hanno sguazzato.
Questo peso sulle spalle dei greci rischia di farla
implodere. Le misure di austerità richieste dai creditori internazionali senza
scrupoli rendono anche il nascituro debitore dal suo primo respiro.
Pagherà per colpe non sue e porterà il peso di un macigno
voluto da altri.
Sicuramente il problema è molto più complesso di come è
stato presentato in questo mio post. Poche righe non bastano per dare il senso
di ciò che sta accadendo ma una domanda voglio pormi…la Grecia è la culla della
civiltà, può diventare anche la culla…?
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