venerdì 19 ottobre 2012

Atene brucia!



Esasperazione, durissimi scontri, morte. Tutto questo ci giunge dalla culla della civiltà, dei grandi filosofi del passato, della democrazia, dell’attività sportiva, della bellezza.
Nella Grecia dell’estate è calato un freddo inverno giunto dal nord dell’Europa.
Come sostenevo nel primo post del 17 ottobre, non vorrei che la nostra generazione passi alla storia come quella capace, in poco tempo, di distruggere ciò che le generazioni passate hanno costruito per secoli.
L’emblema, a mio avviso, di questo rischio è proprio la Grecia.
La Grecia culla dell’Europa, si ritrova dalla stessa Europa additata come un cancro che rischia di diffondersi oltre Adriatico e Balcani. Così, ecco relegare alla Grecia il peso di tutti gli errori e gli sprechi perpetrati per decenni e dove tutti hanno sguazzato.
Questo peso sulle spalle dei greci rischia di farla implodere. Le misure di austerità richieste dai creditori internazionali senza scrupoli rendono anche il nascituro debitore dal suo primo respiro.
Pagherà per colpe non sue e porterà il peso di un macigno voluto da altri.
Sicuramente il problema è molto più complesso di come è stato presentato in questo mio post. Poche righe non bastano per dare il senso di ciò che sta accadendo ma una domanda voglio pormi…la Grecia è la culla della civiltà, può diventare anche la culla…?

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