mercoledì 31 ottobre 2012

Le piccole cose belle della vita



Rieccoci qua dopo un breve periodo di assenza torno a scrivere su questo blog.
L’argomento di oggi è un argomento, a me, particolarmente caro e si intitola “ Le piccole cose belle della vita”.
Un modo romantico di immaginare la vita è sicuramente quello di considerarla composta da tante piccole cose che messe insieme diventano una grande cosa, la vita…ovviamente ci auguriamo che siano belle.
Però non è solo un modo di immaginarla ma anche un modo per gustarla in tutte le sue sfaccettature, i suoi diversi sapori complessi ma armonici (assaporate una goccia del mare).
E’ un modo completo anche per ascoltarla nei suoi diversi suoni, nei suoi rumori, nelle sue melodie (ascoltate il suono del vento fra gli alberi).
E’ un modo per contemplarla in tutta questa sua maestosità (guardate l’infinità dell’universo).
Tutto diventerà più semplice e palpabile, riuscendo quasi a riconoscerla senza neppure doverla vedere. Toccarla fino nel suo più intimo luogo (toccate la leggerezza della seta).
Percepita nei suoi profumi intensi (odorate il profumo del sottobosco).
Le piccole cose belle della vita devono essere gustate, udite, viste, toccate, annusate…e…immaginate.
Questo è un modo secondo me appagante di vivere la vita. Per certi versi richiama in maniera quasi parallela il modo di vivere più naturale e vicino alla natura che possiamo fare. Certo è difficile nel nostro periodo storico, ma siamo ancora in tempo, possiamo ancora imparare a gustare, udire, vedere, toccare, annusare e perché no…immaginare, le piccole cose belle della vita, se poi condiamo il tutto con una vita vissuta senza frenesia allora siamo veramente a buon punto, ma la frenesia dei nostri giorni è un altro argomento.

giovedì 25 ottobre 2012

E' arrivato Windows 8



E' arrivato anche Windows 8. La cara Microsoft sta presentando in queste ore il suo ultimo "gioiellino" di sistema operativo, che vista la pigrizia dei suoi tecnici si sono inventati un unico s.o. buono per Pc, tablet e smartphone. Parola d'ordine touch screen. Ma la grande attesa è tutta per Surface, il nuovo tablet che a detta loro è qualcosa di incredibile e imperdibile. Bah si vedrà.
Cosa penso??? Che era meglio migliorare i prodotti già in uso piuttosto che inventarsi mondi paralleli con mirabolanti magie che alla fine si rivelano fondamentalmente inutili.

mercoledì 24 ottobre 2012

Ieri sera...



…lampi, tuoni seguiti da una leggera pioggerellina e solo un minuto per poter sognare.
E' stato come quelle pioggerelline estive, improvvise. Se sei un fortunato a trovarti nel posto giusto al momento giusto si può godere di un piacere più unico che raro.
Immagina un campo verde, una immensa distesa di soffice erbetta e il cielo, sopra di te, si riempie di grigie e minacciose nuvole…che fare? Scappare non puoi, ma puoi adagiarti sul dolce manto verde e lasciarti trasportare dalle sensazioni, ascoltando la natura.
Un leggero venticello ti sfiora.
Rombi e luci provenienti dal cielo si mescolano con la foschia dando vita al suo concerto.
Inizia a cadere una minuta pioggerellina. E’ un massaggio delicatissimo.
Gli uccellini presi dalla frenesia del momento iniziano la loro corsa in cerca di un luogo dove ripararsi. Tu stai lì solo con la tua fantasia. E' un momento…poi tutto così come è giunto, svanisce. Torna il celeste.
Il sole torna a baciare la terra e nell'aria si respira un profumo che sa di buono, che sa di vita.
Una vita che si rinnova e si rinnoverà per l'eternità.

martedì 23 ottobre 2012

Schizzinosi



Il dibattito di oggi è tutto condensato intorno alla parola inglese “CHOOSY”. In italiano suona come schizzinosi ed è stata rivolta da un ministro ad una delegazione di giovani e operai, invitandoli a non essere schizzinosi riguardo al lavoro ma prendere quel che si trova e poi da lì partire per cercare di migliorare. Il ministro ha rilasciato questo pensiero dopo aver passato il classico brutto quarto d’ora tra fischi, contestazioni e insulti. Un ministro non votato e perciò non voluto dal popolo, ma che si rivolge loro come se lo fosse.
Io credo, in parte, di voler appoggiare il pensiero del ministro, anzi è un consiglio sensato in un momento di profonda crisi. Uno deve pur campare in qualche modo e così anche se il lavoro trovato non è proprio quello che uno si immaginava da piccolo, pazienza, intanto iniziamo, si prova e poi si vedrà. Se la prova non va, uno può benissimo scegliere di tornare in panciolle in attesa di tempi migliori. Ma possiamo veramente scegliere di stare comodamente in panciolle ad aspettare tempi migliori? Alcuni forse sì…i molti no. Quindi viene normale pensare che i molti che non possono permettersi di restare in panciolle, alla prima occasione accettano, qualsiasi lavoro gli venga offerto, ma è anche vero che di lavoro non mi pare di vederne molto in giro e quindi che fare? Bisogna inventarlo! Ma siamo sicuri che pur essendo un popolo di grandi inventori…ogni disoccupato può inventarsi un lavoro? Ma se alla fine tutti lavoriamo, tutti abbiamo inventato un bel lavoro, i soldi…che non ci sono…da dove li tiriamo fuori? E soprattutto come facciamo a pagare il nostro Stato? Col baratto? Ci deprimiamo di nuovo e torniamo al punto di partenza…restiamo in panciolle e aspettiamo senza lamentele. Ecco di cosa abbiamo bisogno oltre che non essere schizzinosi, signor ministro…di fiducia, di quella fiducia che stiamo o abbiamo perso e che solo gente come lei può ridarci, non possiamo inventarla.

lunedì 22 ottobre 2012

Limiti umani



Se c’è qualcosa che è sicuramente parte del genere umano, beh, questi sono i limiti. Ognuno di noi ha dei limiti. C’è magari chi ha limiti in cucina e non sarebbe in grado di fare neanche un uovo al tegamino. C’è chi ha limiti alla guida di una automobile. C’è chi non sarà mai, in tutta la sua vita, in grado di lanciarsi con il paracadute da un aereo in volo, solo per il gusto di fare uno sport estremo. Sia chiaro, non ho nulla in contrario con quelli che fanno sport estremi o che, invece di stare tranquilli con i piedi per terra, preferiscono lanciarsi da vertiginose altezze, ma appunto è solo un mio limite e lo riconosco. La cosa importante è essere in grado di riconoscere i propri limiti e agire di conseguenza. Guai se non fosse così. Se non riconoscessi i miei limiti, magari domani prenderei un piccolo bimotore, zaino in spalle e raggiunta una certa altezza, via giù con il paracadute. Lascio all’immaginazione di ognuno con quali risultati si concluderebbe questo lancio. Eppure tutti noi, almeno una volta (sicuramente più d’una) nella vita, abbiamo incontrato qualcuno che si crede senza limiti (per chi non stesse riuscendo a trovare un soggetto di questo tipo incontrato nella vita basta riflettere un po’ più attentamente, anche nei fatti quotidiani più insignificanti, per trovarne uno…per esempio a chi non è successo di urtare qualcuno per strada, il quale senza batter ciglio o voltarsi, ha continuato per il suo tragitto senza curarsi di nulla). Per lui tutto è possibile. Magari non lo dice ma basta guardarlo, sentirlo parlare per capire che lui è convinto che i limiti siano problemi di altri. Per lui i limiti non esistono. Capisce tutto. E’ bravo a fare tutto. E’ una sorta di re Mida dei giorni moderni. Tutto quello che tocca luccica della luce che lui stesso emana.
Allora mi chiedo…uno che non riconosce i propri limiti, può essere in grado di chiedere scusa, di ammettere di avere sbagliato? Probabilmente no. Anzi no. Chi non riconosce i propri limiti, si riconosce soprattutto dal fatto che non lo sentirete mai chiedere scusa. Nonostante sia naturale e a volte anche bello sentire qualcuno dirti…Scusa ho sbagliato. Il soggetto senza limiti non cadrà così in basso, perché non capirà mai che chiedere scusa avvicina le persone, migliora i rapporti, rinsalda gli animi.
Chiedere scusa ci innalza al di sopra dei nostri limiti e ci rende più vicini a quel senso della vita che è il vivere comune.
Chiedere scusa non costa nulla e soprattutto…non fa male.

sabato 20 ottobre 2012

Il rivoluzionario



Chi è il rivoluzionario? Chiunque di noi è un rivoluzionario. Ogni giorno nel nostro piccolo, compiamo piccole rivoluzioni e per questo tutti meritiamo l’appellativo di rivoluzionari.
La rivoluzione è ogni giorno. Compiamo milioni di rivoluzioni dalla mattina alla mattina successiva. La rivoluzione è parte integrante del nostro essere, da sempre. Senza la rivoluzione non saremmo qui. Non avremmo fatto nulla. Senza rivoluzioni tutto ciò che conosciamo intorno a noi non ci sarebbe stato e tutto potrebbe essere diverso.
Uhmmm…sembra quasi che sia giunto al punto di pensare che la rovina di tutto siano le rivoluzioni!!! Meglio navigare in acque placide e limpide che rimescolare tutto e aspettare di vedere cosa viene fuori. BAH! Difficile da dire.
A questo punto mi viene in mente un articolo che ho letto qualche mese fa di Jacopo Fo intitolato “L’Amore è rivoluzionario” un bell' articolo che invito, chi non lo avesse fatto, di leggere e chi lo ha letto di rileggerlo. Riporto le ultime righe molto significative:

“Praticare l’amore è rivoluzionario perché se sei innamorato cotto non sei più un bravo suddito.
Il soldato innamorato non parte per la guerra, diserta.
L’operaio innamorato va sul fiume a far l’amore.
Il professore innamorato non interroga.
Il consumatore innamorato preferisce passeggiare nei boschi che andare al centro commerciale.

Le persone innamorate sono generose, conviviali, solidali, ottimiste e sognatrici.
Al potere servono sudditi incattiviti e depressi ammalati di shopping compulsivo.
Se hai già un frullatore e sei innamorato, hai di meglio da fare che comprarti un secondo frullatore.”



Questa è rivoluzione! Questo è il rivoluzionario che deve prendere possesso di noi.

venerdì 19 ottobre 2012

Rivoluzione



Parola di largo uso, che abbraccia una miriade di spicchi della vita sociale, economica, militare, politica, ambientale, scientifica ecc. ecc. ecc.
La rivoluzione, per wikipedia, è: “un mutamento improvviso e profondo che comporta la rottura di un modello precedente e il sorgere di un nuovo modello”.
Un mutamento..uhmm..sì! Può andare. Mutamento…è qualcosa che cambia, evolve, è una sensazione, quasi una voglia, di sostituire un qualcosa con un’altra.
Di solito si fa solo per cercare di meglio, per migliorare.
Poi vediamo…improvviso…qui non sono in accordo con la definizione di wikipedia, perché non può essere improvviso, una rivoluzione non nasce dal nulla. Uno si sveglia una mattina e dice oggi che faccio??? Faccio una rivoluzione. No! Non è così! Da soli non si fa nessuna rivoluzione e per far sì che più soli si organizzino e si dirigano verso la stessa via (anche se si parla di pecore) ci vuole tempo, ci vuole una spinta comune. Quindi improvvisa, una rivoluzione, non può essere.
Profondo...si mi piace. Profondo…è tutto tondo. Con questa parola viene subito in mente il mare, il mare blu scuro, blu profondo, misterioso, apparentemente placido e tranquillo. Ti avvolge, ti circonda e ti fa sentire parte di sé, proprio così come deve essere una rivoluzione, un qualcosa che è di tanti, di tutti ma allo stesso tempo un qualcosa di intimo, di personale.
Rottura…bello! Questo senso di abbandono di ciò che non ci piace più e la percezione di assoluto distacco da ciò che è stato. Non si guarda più indietro, si va avanti.
Sorgere. Questa sì! E’ la parola giusta nel posto giusto. Il sorgere, risorgere da un periodo buio e rivedere la luce. Come se si fosse rimasti contro il muro di una buia grotta e all’improvviso tutto intorno crolla, il sole acceca quasi al punto di far male alla vista, di accecare per una seconda volta, dopo il buio accecante, ma anche il dolore, questo dolore, diventa una dolce sorpresa, una liberazione.
Definita la rivoluzione, ora bisogna capire chi è che fa la rivoluzione.

Chi è il rivoluzionario?

Atene brucia!



Esasperazione, durissimi scontri, morte. Tutto questo ci giunge dalla culla della civiltà, dei grandi filosofi del passato, della democrazia, dell’attività sportiva, della bellezza.
Nella Grecia dell’estate è calato un freddo inverno giunto dal nord dell’Europa.
Come sostenevo nel primo post del 17 ottobre, non vorrei che la nostra generazione passi alla storia come quella capace, in poco tempo, di distruggere ciò che le generazioni passate hanno costruito per secoli.
L’emblema, a mio avviso, di questo rischio è proprio la Grecia.
La Grecia culla dell’Europa, si ritrova dalla stessa Europa additata come un cancro che rischia di diffondersi oltre Adriatico e Balcani. Così, ecco relegare alla Grecia il peso di tutti gli errori e gli sprechi perpetrati per decenni e dove tutti hanno sguazzato.
Questo peso sulle spalle dei greci rischia di farla implodere. Le misure di austerità richieste dai creditori internazionali senza scrupoli rendono anche il nascituro debitore dal suo primo respiro.
Pagherà per colpe non sue e porterà il peso di un macigno voluto da altri.
Sicuramente il problema è molto più complesso di come è stato presentato in questo mio post. Poche righe non bastano per dare il senso di ciò che sta accadendo ma una domanda voglio pormi…la Grecia è la culla della civiltà, può diventare anche la culla…?

giovedì 18 ottobre 2012

C’era un albero…



Come tutte le mattine sveglia presto, colazione e poi via verso l’ufficio. Abito in città ma lungo il mio percorso, rigorosamente fatto a piedi, cerco sempre di imboccare vie alberate e lontano dalla collera stradale. Il percorso di norma si svolge così: appena uscito viale alberato…alberi alberi alberi…inevitabilmente poi tratto nel traffico…macchine macchine macchine…finchè non mi immergo nel parco cittadino…alberi alberi alberi…infine ultimo tratto…macchine macchine macchine…prima di entrare nell’inferno dell’ufficio.
Quello che però fa tristezza, a parte le macchine, è che ogni tanto qualche albero, per motivi a me sconosciuti, scompare e di lui resta solo un mozzicone di tronchetto che spunta dall’asfalto in mezzo alle macchine parcheggiate. Sembrano crisantemi (brutta copia ovviamente).
Da alcuni giorni, uno di questi alberi che compongono il mio viale alberato, non c’è più.
Sovrastava i crisantemi e si ergeva lungo il settimo piano del palazzo accanto. Lo hanno tagliato.
E’ triste pensare che prima vedendolo ogni giorno, gli passavo accanto senza quasi notarlo…ma lui son sicuro che mi notava e magari mi salutava.
E’ triste passare e accorgersi ora che è diventato solo un mozzicone di tronchetto che spunta dall’asfalto in mezzo ai crisantemi.
Però, ancor più triste è osservare che su quel mozzicone di tronchetto…un IMBECILLE ha lasciato un bicchiere di plastica vuoto, vuoto come lui.
E’ questa la lezione di oggi che non dovrò dimenticare mai…imparare a non essere vuoti e senza immaginazione come quel bicchiere di plastica, come quell’IMBECILLE che lo ha lasciato lì senza rendersi conto di nulla.

mercoledì 17 ottobre 2012

Resisteremo



Oggi 17 ottobre 2012, da un’idea nata per caso nasce questo blog. Blog che non avrà alcuna pretesa di cambiare nulla o di decantare chissà quali sogni ma che avrà come unico scopo quello di ricordare o ancor meglio di ricordare su freddi settori di un disco rigido pensieri, storie, attimi che la calda realtà di ogni giorno presenta sul cammino di ognuno di noi.
Non so quanti post farò, di cosa parlerò ma sarà tutto frutto del caso, sì proprio come piace a me tutto demandato al caso, al fato, al destino scritto e non scritto…chiamatelo e dategli la definizione che meglio preferite. Altra premessa, scusatemi già da principio per eventuali errori, inesattezze e minc….. che verranno scritte perché oltre che essere frutto del caso, tutto questo, sarà anche frutto dell’attimo, del pensiero pensato e gettato lì, subito fruibile (come piace oggi tutto immediato, pronto) anche se a me piace il lento e dormiente pensiero mescolato e rimestato cento volte ma questo mi son reso conto che alla lunga non ti permette di scrivere perché la mente è veloce pensa, ricorda ma dimentica anche e mentre tu sei lì a pensare hai già dimenticato perciò mi prendo la licenza poetica e tutti gli errori sono solo frutto della poesia che aleggia in ognuno di noi.

Beh mi sembra sufficiente come prima uscita…dimenticavo perché Resistenza Poetica???
Semplicemente perché viviamo in un tempo difficile, ogni periodo storico ha avuto le sue difficoltà, le sue insidie, le sue preoccupazioni. Noi oggi, però, stiamo vivendo un periodo pieno di difficoltà che stanno seriamente mettendo a dura prova tutto ciò che le generazioni precedenti hanno faticosamente costruito e non possiamo macchiarci indelebilmente, per chi verrà dopo di noi, come la generazione che ha distrutto in poco tempo tutto senza neppure cercare di resistere, magari anche semplicemente scrivendo una poesia, due parole dolci che potrebbero migliorare e migliorarci o semplicemente fermando un fatto della realtà e ragionandoci su.

RESI.STEN.ZA.PO.E.TI.CA