venerdì 8 novembre 2013

Trìa con sharba libico




Se mi chiedete quale cucina preferisco vi potrei dire quella di casa mia, la cucina Salentina, ma non è del tutto vero, perché mi piacciono tutte le cucine; infatti amo sperimentare nuovi accostamenti, provare ingredienti fra loro lontani e difficilmente accostabili. Mi conquistano i nuovi sapori, i profumi sconosciuti, specialmente quello delle spezie. Pertanto non poteva certo sfuggirmi l’opportunità di provare la combinazione di diverse tradizioni culinarie, grazie al contest di Vaty sulle Contaminazioni in Cucina

Il punto di partenza è stato quasi immediato, infatti la prima idea è stata la pasta, quindi un primo piatto e lì la mia Salentinità ha preso il sopravvento e mi sono detto farò la Trìa (nome di origine greca con cui in Sicilia e Puglia vengono indicate le tagliatelle fatte in casa senza uovo). Ma ora dovevo pensare a come condire queste trìa. Volevo provare un condimento insolito ma allo stesso tempo non eccessivamente lontano dalla mediterraneità quindi qualcosa di vicino ma dai sapori decisi e ben definiti. Così ho fatto un salto in là del Mediterraneo e sono giunto in Libia.

La Libia è così vicina a noi, con un passato legato all’impero romano e più recentemente colonia italiana nei primi del ‘900. Quindi perché non provare a unire la nostra tagliatella con un piatto tipico libico? Unire idealmente due paesi affacciati sul Mar Mediterraneo legati da un passato per diversi tratti condiviso, ma di cui, probabilmente, conosciamo poco.

Il piatto libico con cui andrò a condire le nostre tagliatelle è lo sharba, piatto nazionale della Libia, popolare in tutte le regioni, dove esistono diverse versioni con pollo e pesce. La nostra sarà la ricetta classica con agnello. La renderò meno liquida dell’originale per essere più simile ad un sugo con il quale poter condire le tagliatelle.

Andiamo ora a vedere gli ingredienti:

per la trìa:

150 g di semola di grano duro

Per lo sharba libico:

80 g di carne di agnello

25 g di ceci già cotti

20 g di orzo decorticato

hararat ( un cucchiaino di cannella in polvere, una punta di cucchiaino di noce moscata grattugiata sul momento, un cucchiaino di cumino in polvere, un cucchiaino di coriandolo, mezzo cucchiaino di peperoncino rosso in polvere, i semi di 2 bacche di cardamomo, 8 g di zenzero fresco grattugiato)
3 foglioline di menta essiccata

1 foglia di alloro

mezza cipolla

un cucchiaio di concentrato di pomodoro

2 pomodori (ho utilizzato i piccadilly)

mezzo litro di acqua 

un limone

olio evo

sale

Per fare le tagliatelle ho impastato la farina con l’acqua e lavorato ben bene la pasta. Ho lasciato riposare per 10 minuti. Poi ho steso una sfoglia sottile, ridotto in liste la sfoglia, larghe non più di mezzo centimetro ognuna 


e lasciato asciugare al riparo da correnti d’aria per circa 3 ore.



Per fare lo sharba libico ho seguito il seguente procedimento:

innanzitutto ho preparato l’hararat mescolando in un mortaio le sette spezie. Nel frattempo ho versato l’olio in una pentola e poi l’agnello tagliato a dadini (ho ricavato la carne disossando un pezzo di cosciotto) e la cipolla tritata e ho lasciato andare a fuoco medio mescolando di tanto in tanto fino a quando la carne non è risultata rosolata. A questo punto ho aggiunto i ceci e la foglia di alloro e ho cotto per un paio di minuti. Dopodiché ho aggiunto l’hararat, i pomodori tritati, il concentrato di pomodoro e le foglioline di menta sminuzzate. Ho lasciato cocere per qualche minuto sempre a fuoco medio. Poi ho abbassato la fiamma al minimo e aggiunto l’orzo decorticato e mezzo litro di acqua calda e ho fatto cuocere dolcemente, mescolando inizialmente molto bene (per amalgamare bene tutte le spezie) e poi ogni tanto. Quando lo sharba si è ristretto (circa 40 minuti) ho spruzzato qualche goccia di limone e ho salato.


Ho cotto quindi la pasta (meno 2 strisce e i pezzettini dei bordi che mi sono avanzai al momento del taglio della tagliatelle) in abbondante acqua salata e l’ho scolata al dente. In un tegame ho messo a scaldare dell’olio e ho fritto la trìa cruda tenuta da parte; si può modellare la pasta come si vuole, così da dare in fase di frittura delle forme che si desiderano. Servire caldo.



Con questa ricetta partecipo al contest di Vaty Contaminazioni. La cucina che unisce più tradizioni.




4 commenti:

  1. Carissimo, mi piace tantissimo questa ricetta! Amo i sapori medio orientali e la carne d'agnello!
    Grazie davvero per il tuo contributo al mio contest. Spero di rivedere te e Mari presto, intanto vi abbraccio e.. In bocca al lupo.
    Riesco a caricare la ricetta solo domani ahimè. Ma tanto poi il giudice le valuterà a partire da lunedì.

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    1. Ciao Vaty! Sono felice che la mia ricetta ti piaccia.
      Ti saluta anche Mary e speriamo di vederci presto.
      Un caro saluto

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  2. Cristian favoloso......io è a una vita che quando cucino faccio la fusion...cresciuta in un contesto (non posso dire multietnico) ma multieuropeo si. Poi nonna ungherese e nonno italiano si ma vissuta per anni a Vienna con parenti un pò sparsi....ho sempre amato spezie ecc. per cui fusion anche perchè alle volte l'ingrediente giusto mancava e quindi sostituivo...più fusion di cosi.
    Buonissomo questo preso nota.....grazie e ciaooo.

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    1. Grazie Edvige. Fondere più culture in cucina è veramente molto gustoso :-) Si riescono ad avere sapori unici e l'ingrediente giusto sempre.

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