domenica 9 aprile 2017

L'Argine a Vencò di Antonia Klugmann



Esistono strade dalle dolci curve, decorate con maestosi alberi verdeggianti, testimoni del curioso vagare di chi eroicamente intraprende un viaggio ai confini politici di una terra senza frontiere.

Le fertili colline di Dolegna del Collio, restituiscono grandi vini e gli ordinati vigneti lusingano i castelli posti alle loro sommità.

L’attento visitatore di questi luoghi non è quasi mai occasionale, sa cosa vuole, sa cosa va a cercare e ricercare, tornando ogni volta arricchito da una nuova rivelazione su cui poter fantasticare, perché è sempre un viaggio irreale, parafrasando Piovene: «resta nel mio ricordo più come un viaggio immaginario che come un viaggio vero».

Così quando si imbocca quella stradina di bianca polvere, capisci che hai intrapreso un percorso che ti porterà a scoprire la pura espressione di un’esperienza favolosa, arte e scienza in un quadro dove lo sguardo trova sfogo oltre le pareti di vetro e lascia all’occhio la voglia di spogliare il limite fra cielo e terra nel quale si è spento, da poco, un sole dipinto di rosso fuoco.

L’Argine a Vencò di Antonia Klugmann e Romano De Feo è l’essenza della fatale unione di una vita in movimento e di un territorio che non lascia spazio alla banalità di un tempo codificato.

Territorio: vita in movimento, è il menù degustazione in undici portate che permette di scoperchiare l’intima coerenza e condivisione della propria visione di realtà, studiata per portare l’avventore a un continuo stimolo che risveglia percezioni assopite nella quotidianità.

Si parte con sarda, spugnola, mozzarella affumicata e ravanello selvatico, un canto alla regina del mare che incontra la purezza della terra.


Cozza, gelatina di bottarga e zenzero candito: ARTE! 


Gambero rosa e friggitelli: bontà senza eguali.


Broccolo, midollo e bergamotto: inizio a ridere dentro di gioia.


Trippa, fagioli, polvere bruciata e edera terrestre: non ho parole.


Pleurotus, valeriana, cavolo nero, crauti e tartufo: sorpreso.


Spaghetto, seppia e il suo nero: posso morire felice.


Asparago bianco, acqua di mandorle e fiori di ciliegio: sincerità. 


Lasagnetta aperta all’aglio orsino e sciopit, ortica, finta ortica e ragù di 
papavero: non svegliatemi vi prego!


Guancia bollita nella birra doppio malto e asparagi selvatici: EVVIVA!!!


Gelo e sorbetto all’arancia, cioccolato: non voglio andar via, adottatemi.



Antonia regina indiscussa della sua cucina, Romano leader di un servizio in sala diligente.

Fiore all’occhiello il percorso di abbinamento vini sempre in linea con il piatto servito.

Menzione particolare per l’abbinamento del piatto di trippa con il Pinot Grigio Kabaj 2012 del collio sloveno (Brda).

Legno, vetro, luci saggiamente dosate per una profonda esperienza di vita...tantissima polvere di stelle e un tocco di magia...




2 commenti:

  1. Veramente notevole meritano tutti un assaggio perchè credo che nell'insieme non prevale un sapore anche nel caso che quell'alimento non piaccia. Ti hanno addotato.... Buona Pasqua a te e Famiglia.

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    1. Notevolissimo assolutamente...purtroppo l'adozione non è andata a buon fine ;-)

      Buona Pasqua anche a te e a tutta la tua famiglia

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